Tanti accorgimenti e consigli per assicurare al neonato il giusto sonno, perché dormire bene e al sicuro è fondamentale per il suo benessere e anche per il vostro di genitori: è il Terzo Principio.
I progressi del neonato sono visibili giorno dopo giorno, nei cambiamenti del suo corpo, nella sua capacità di controllo, nella sua interazione con mamma e papà. Le difese immunitarie crescono, inizia a riconoscere le prime voci e si lancia nelle suoi primi approcci di comunicazione. Come è possibile che faccia tutti questi progressi pur dormendo per circa due terzi della giornata? La risposta è semplice: è proprio il buon sonno ad assicuragli il giusto benessere e la sua crescita armonica.
Il sonno è determinante per l’attivazione di processi e meccanismi fisiologici indispensabili per la crescita armonica e lo sviluppo delle abilità del bambino. Assicurargli le condizioni in cui potrà dormire bene e al sicuro quindi è fondamentale per promuovere il suo wellness.
Cerchiamo allora di approfondire ogni aspetto legato al sonno, per agevolare il bambino nel suo percorso di crescita armoniosa.
Una buona nanna è fondamentale per la crescita del bambino, per lo sviluppo delle sue difese immunitarie e per la sua serenità.
Esiste una correlazione diretta tra le ore di nanna e la crescita ossea del bambino. Grazie a particolari meccanismi, come il rilascio dell’ormone somatotropo, una molecola che ordina alle cellule di moltiplicarsi, le ossa si allungano e i diametri dello scheletro si espandono. L’ormone viene prodotto dall’ipofisi, una ghiandola situata alla base del cranio, che lavora soprattutto durante il sonno.
Un altro importante ormone rilasciato durante il sonno è l’insulina, che controlla il metabolismo dello zucchero, utilissimo nei primi anni di vita per l’organismo che deve ancora imparare a gestire le proprie risorse energetiche. I bambini che nei primi anni di vita dormono poco rispetto alle loro esigenze, sono esposti a un rischio maggiore di sviluppare con la crescita obesità e diabete di tipo 2.
Una buona nanna è fondamentale anche per lo sviluppo delle difese immunitarie del bambino. La carenza di sonno infatti, comporta una ridotta capacità di difesa contro le infezioni e una eccessiva produzione di citochine, molecole che favoriscono l’insorgenza di malattie infiammatorie.
Il sonno serve poi a consolidare le memorie a breve termine, controllare le emozioni, a favorire l’apprendimento del linguaggio e a sviluppare le capacità emotive: anche negli adulti dopo un buon sonno la mente è più riposata e predisposta ai nuovi stimoli della giornata. I bambini piccoli, che imparano incessantemente cose nuove, hanno certamente bisogno di una buona nanna notturna, ma anche di schiacciare pisolini nel corso della giornata, momenti in cui si sedimentano le nuove conoscenze appena acquisite.
Infine, un buon riposo e la qualità del sonno condizionano il comportamento e lo sviluppo emotivo dei piccoli non solo nell’immediato, ma a lungo termine, anche a distanza di anni.
Non esiste una regola precisa per descrivere i corretti meccanismi del sonno o una risposta univoca a domande e dubbi di ogni neogenitore su questo argomento: ogni bimbo è un caso a sé in quanto a ore di sonno, numero di pisolini giornalieri e tempo impiegato per addormentarsi. Tutti gli studi in merito hanno evidenziato ampia variabilità individuale dei tempi della nanna.
A grandi linee, nei primi tre mesi di vita circa, la metà dei neonati dorme complessivamente ogni giorno dalle 13 alle 16 ore, tra nanna notturna e pisolini diurni. Dai sei mesi fino all’anno di età, metà dei bambini dorme tra le 12 e le 16 ore al giorno.
La nanna dei figli è uno dei temi che preoccupa di più i genitori, tanto che spesso mamma e papà si convincono erroneamente di essere di fronte a disturbi del sonno, male interpretando stranezze o comportamenti assolutamente fisiologici. E naturalmente solo il pediatra può avere voce in capitolo a riguardo.
Per dissolvere i timori immotivati, è utile sapere come funziona il sonno dei bambini e in cosa differisce da quello degli adulti.
Diversamente da un adulto, quando un bambino si addormenta entra direttamente nella fase REM, che si estende per il 50%, talvolta fino al 75% del suo ciclo di sonno, contro il 20% dell’adulto.
Il sonno dei neonati è quindi prevalentemente un sonno leggero, da cui si svegliano facilmente, e tra un ciclo e l’altro sono frequenti intervalli di consapevolezza, in cui il cervello si accerta che sia tutto ok e in caso contrario attiva “il sistema di allarme” piangendo e chiedendo l'intervento di un adulto. Ecco perché durante la fase REM il piccolo può muoversi, scalciare, emettere suoni e talvolta socchiudere gli occhi, dando così ai genitori l’impressione di essere sveglio. Si sta chiedendo se ha fame, se ci sono elementi di disturbo, se è in un ambiente familiare e se respira correttamente. Se al controllo tutto risulta in regola, di solito anche il bambino si riaddormenta spontaneamente come l’adulto. Ma spesso c’è qualche elemento che suscita la sua attenzione e così, anziché richiudere gli occhi, chiama in aiuto mamma e papà.
Dopo la fase REM, il piccolo passa a una fase di sonno profondo e senza sogni.
A tal proposito vi consigliamo di fare riferimento all'approfondimento scientifico dedicato al sonno del nenonato e del bambino, presente nella sezione dedicata di Cercapasseggini EDU. Tutti i contenuti sono frutto del lavoro del Comitato Scientifico di Baby Wellness Foundation.
Quando i neonati si risvegliano nel cuore della notte, non siamo di fronte a capricci o dispetti, ma siamo di fronte a un naturale istinto di sopravvivenza: avendo un sonno prevalentemente leggero, infatti, se i piccoli si sentono in una situazione inadeguata alle esigenze, attivano l’allarme.
Lo stimolo che più frequentemente sveglia i bambini nei primi mesi di vita è la fame e di fatto, il ritmo del sonno e della veglia nell’età neonatale coincide con quello delle poppate.
I bambini nutriti al seno hanno bisogno di poppate più ravvicinate rispetto a quelli nutriti col latte in formula, perché il latte materno è più digeribile di quello formulato, lo stomaco si svuota prima e lo stimolo della fame ricompare. Di conseguenza, il numero dei risvegli notturni di un bambino allattato al seno è solitamente maggiore rispetto a quello di un bambino nutrito col biberon.
Questi risvegli più frequenti possono apparire come uno svantaggio, ma alcuni studiosi sostengono siano invece una delle ragioni per cui l’allattamento al seno è un fattore protettivo contro il rischio di soffocamento nel sonno.
L’allattamento al seno è anche fonte di serenità per il bambino, grazie all’effetto consolatorio del contatto pelle a pelle e alla maggiore concentrazione di triptofani, nel latte di mamma, che servono all’organismo come mattoni base per produrre la melatonina.
In generale, per la necessità che i neonati hanno di contatto fisico con l’adulto, in particolare con la madre, sono sempre più i sostenitori del sonno condiviso, il cosiddetto cosleeping, nei primi mesi di vita del bambino. Questa consuetudine è molto diffusa in tutte le culture, perché fa parte delle cure prossimali, quel delicato sistema di attaccamento tra madre e bambino finalizzato alla protezione del piccolo e, quindi alla sua sopravvivenza.
Negli ultimi anni tuttavia, studi e ricerche approfondite hanno dimostrato che il cosleeping, è una pratica che può avere conseguenze tragiche, a causa del rischio di soffocamento del bambino. In the same room, but not in the same bed, è lo slogan che Istituzioni, Enti di Ricerca, federazione di pediatri ed esperti di salute neonatale di tutto il mondo hanno lanciato per promuovere il sonno sicuro del bambino.
Fin dai primi attimi di vita, il neonato sente forte il bisogno di un contatto con la mamma, avendo vissuto una sorta di vero e proprio trauma al momento del parto: dal calore e dall’ambiente ovattato in cui si trovava, è stato catapultato all’esterno, in un mondo completamente sconosciuto. È importante allora ricostruire da subito la relazione con la mamma, proprio nel continuo e costante contatto fisico con lei, e dedicare al piccolo un ambiente ricco di cure e affetto: servirà a facilitare il suo percorso di continua scoperta ponendo confini e limiti fisici già negli abbracci e nelle coccole.
Nelle carezze, negli abbracci, durante il cambio, il bagnetto o il massaggio, mamma e papà aiutano il bambino a “sentire” tutte le sue parti e a capire qual è la sua forma. E così facendo lo aiutano a percepire il mondo e a crescere.
La teoria dell'attaccamento
Lo psicologo britannico John Bowlby, padre della cosiddetta teoria dell’attaccamento, sostiene che il bambino nasce con una ‘predisposizione biologica’ a sviluppare un attaccamento per chi si prende cura di lui: l’attaccamento avrebbe la funzione biologica di proteggere il bambino e la funzione psicologica di fornire sicurezza.
Quando il piccolo si sente accolto in un ambiente noto e chi si prende cura di lui è presente e risponde alle sue richieste e bisogni, il bambino si sente compreso, è tranquillo e rafforza la sua sicurezza. Emozioni e sensazioni che finirà per riproporre nelle sue successive relazioni, anche in età adulta e che lo aiuteranno a sviluppare la capacità di superare traumi o momenti difficili. Assicurare al neonato un ambiente ricco di cure e affetto significa porre le basi di una vita adulta emotivamente più solida, più positiva.
Pensare alla cameretta del piccolo in arrivo è un ottimo esercizio emotivo per i genitori che devono accoglierlo ed aprirsi a lui. La vita cambia e anche la propria abitazione deve essere pronta alla rivoluzione in arrivo: l’obiettivo è allora pensare a un nido caldo, bello e sicuro. La cameretta del bambino deve innanzitutto essere un luogo di benessere.
Come preparare al meglio la cameretta?
- Scegliere una stanza vicina a quella dei genitori
- Scegliere una camera luminosa e lontana se possibile dalla strada o da fonti di rumore
- Scegliere bene il colore delle pareti
- Optare per vernici atossiche e naturali, preferendo le pitture ecologiche a base di acqua, antibatteriche e/o mangia smog
- Arredare la cameretta con elementi indispensabili (lettino, fasciatoio, cassettiera)
- Scaldare la cameretta con morbidi tappeti con bordature antisdrucciolo, facili da lavare e tenere puliti per evitare ristagni di polvere e acari
- Preferire una luce calda che illumini tutto l’ambiente e poi una luce più puntuale che illumini il fasciatoio.
Qualche parola in più va spesa sul colore delle pareti: secondo il feng shui, antica arte cinese che studia i flussi energetici dello spazio che ci circonda allo scopo di migliorare la qualità della vita, il blu trasmette serenità, aiuta la concentrazione e diffonde energia positiva. Il giallo è il colore della luce e, quindi, della salute e del benessere. L’arancione trasmette energia, mentre il rosso è il colore della fortuna. Altre tinte hanno significati diversi: ad esempio il rosa è tranquillizzante, il verde è il colore dell’equilibrio fisico e mentale e il viola quello del buonumore. Per ottenere uno spazio che sia al tempo stesso fonte di energia e di wellness, il feng shui consiglia di scegliere i colori in base al periodo in cui è nato il bambino, così da equilibrare i fattori Yin e Yan presenti in ognuno in modo distinto: bianco, azzurro e crema per i bambini nati in primavera o in estate; verde, rosa e giallo per i nati in autunno o in inverno.
Non è mai semplice scegliere tra culla o lettino: la culla si usa sicuramente per un periodo limitato di tempo, dopodiché è necessario prevedere comunque l’acquisto di un lettino con sponde di sicurezza.
Ecco quali sono i vantaggi della culla:
Il lettino, di contro, può essere utilizzato fin da subito con specifici riduttori, e deve rispettare i principi del Safe sleep sia dal punto di vista delle caratteristiche tecniche che dei materiali, studiati per non creare in alcun modo ostacoli alla respirazione del bambino nei suoi continui movimenti.
Che si tratti di culla o di lettino, devono essere sempre rispettati i parametri previsti dalle normative in vigore. Gli standard Europei stabiliscono dei precisi vincoli, come la stabilità, l’altezza delle pareti, la distanza tra le sbarre, la misura minima tra il materasso e il bordo, ecc., nonché dei limiti molto stringenti in merito alla presenza di sostanze chimiche all’interno dei materiali, delle vernici e nella composizione dei materassi.
Un’ottima alternativa per i primi mesi del bambino è la navicella del sistema modulare: se ha dimensioni e caratteristiche giuste, può assecondare al meglio i bisogni di riposo continuato del bambino fino a circa 6 mesi.
Utilizzando la navicella, si può infatti far riposare serenamente il bambino negli spostamenti dentro e fuori casa, assecondando allo stesso tempo le esigenze di mobilità dei genitori. È fondamentale che la navicella abbia dimensioni interne che consentano il giusto movimento e rilassamento muscolare, in modo da garantire un riposo comodo ed efficace, avere una struttura che permetta una buona circolazione dell’aria e un materassino che dia il giusto supporto per la postura corretta del neonato. L’ideale è scegliere un modello che sia dotato di un supporto su cui poter agganciare la navicella in sicurezza in casa, senza dover portare all'interno dell'abitazione anche il telaio, preservando così la stabilità del supporto e l’igiene del pavimento. La navicella del sistema modulare è indubbiamente uno dei luoghi ideali per i pisolini del bambino fuori casa: una passeggiata all’aria aperta è sempre un’ottima idea per la sua serenità e perché no, per farlo addormentare facilmente.
Anche se può sembrare un percorso difficile, mamma e papà possono aiutare il bambino a regolare il proprio sonno, studiando e decodificando alcuni importanti segnali. Per esempio, sapendo che durante la lunga fase REM il piccolo può muoversi ed emettere suoni, bisogna distinguere con attenzione tra quando è attivo, ma sta dormendo, da quando è sveglio, così da non toccarlo e non rivolgergli la parola. Si rischia altrimenti di sprecare la fatica fatta per farlo addormentare, risvegliandolo anzi tempo. La stessa raccomandazione è valida in occasione dei risvegli notturni.
Non è detto che il bambino abbia bisogno dei genitori per riaddormentarsi, può darsi che ce la faccia da solo, segno di maturazione neurologica. Conviene quindi osservarlo qualche secondo e non prenderlo in braccio al primo segno di risveglio, ma aspettare che sia lui o lei a lanciare un richiamo a mamma e papà, se ne sente la necessità.
Crescendo, l’organismo adatta i ritmi biologici del bambino, in base ai fattori esogeni. Il più potente di questi stimoli è la luce del sole: esporre di giorno il bambino alla luce naturale e limitare invece l’esposizione serale a quella artificiale, lo aiuta ad adattarsi più rapidamente.
Un’altra accortezza di provata efficacia per accompagnare un bambino alla nanna è mettere in atto una routine rilassante e rassicurante, che si ripeta più o meno uguale ogni sera. Massaggi, carezze, un bagnetto caldo, la lettura di una fiaba o una ninna nanna, non importa quali attività vengono incluse nella routine serale, perché quel che fa la differenza è la disponibilità emotiva dell’adulto, che presta attenzione ai segnali del bambino, ne comprende lo stato d’animo e risponde prontamente alle sue richieste. È questo l’approccio che dà i risultati migliori.
Carillon, lucine della buonanotte, lettini auto-cullanti… Cosa è davvero efficace per agevolare il sonno dei neonati?
Ecco alcune regole:
Negli ultimi due casi (suzione e dondolio), bisogna tenere presente la controindicazione per cui al risveglio il bimbo potrà sentire il bisogno di ricercare ancora quella piacevole sensazione che lo ha fatto addormentare, quindi se nel frattempo è caduto il ciuccio è probabile che chiamerà mamma o papà, così come potrebbe voler essere ancora cullato per riaddormentarsi. Alcune culle permettono un dondolio continuo, altre oscillano in base ai movimenti del bambino, ma non si può escludere che il piccolo chiami ugualmente al suo risveglio. Quel che cerca non è certo il moto ondulatorio, ma la presenza confortante di mamma e papà!
I disturbi del sonno del neonato possono essere causati da vari fattori e possono presentarsi in particolari periodi, anche nei bambini generalmente più sereni e dormiglioni.
Le cause più frequenti dei disturbi del sonno sono:
- raffreddore
- otite
- colichetta gassosa
- reflusso gastroesofageo
- eruzione dei primi dentini da latte
- altri cambiamenti fisiologici (es. imparare a gattonare)
- ansia da separazione.
Vediamoli nel dettaglio.
La ricerca scientifica non ha ancora fatto chiarezza sulla natura del fenomeno della morte improvvisa del lattante, la cosiddetta Sudden Infant Death Syndrome (SIDS), un evento raro che in Italia colpisce un neonato ogni 2000 e che solitamente riguarda la fascia di età compresa tra i 2 e i 4 mesi.
Si ipotizza che i bambini colpiti da Sudden Infant Death Syndrome (SIDS) abbiano una qualche alterazione dei centri del cervello che regolano i meccanismi del risveglio. In condizioni di ipossia, cioè di mancanza di ossigeno, non si attivano come dovrebbero e non inducono un immediato risveglio.
Per prevenire il rischio di SIDS e di altre tipologie di decesso legate al sonno, l’American Acadamy of Pediatrics (AAP) ha stilato una serie di raccomandazioni che vengono aggiornate con cadenza quinquennale, le ultime risalgono al 2016 e sono:
- Condividere la stanza dei genitori, per un maggiore controllo
- Far dormire il bambino nella posizione supina fino ai 12 mesi di vita. È stato dimostrato che la posizione supina durante il sonno è quella che garantisce la maggior sicurezza.
- Utilizzare materassi piani e rigidi.
- Rimuovere oggetti morbidi, cuscini, giocattoli dalla culla che possono ostruire il naso e la bocca del neonato.
- Fissare bene lenzuola e coperte, in modo da non scivolare sotto le coperte.
- Proporre il ciuccio ma senza catenelle o nastrini.
- Evitare il surriscaldamento.
- Favorire l’allattamento al seno, che rafforza la maturazione del sistema nervoso centrale, favorendo tra le altre cose, un miglior controllo della respirazione durante il sonno.
- Non fumare. Molti studi hanno dimostrato in modo inequivocabile che il fumo domestico in generale, è associato all’insorgere di molte malattie e aumenta il rischio di SIDS.
Nei primi mesi il ritmo respiratorio del neonato non è sempre regolare, soprattutto nelle fasi di sonno più intenso, e può capitare che il bambino trattenga il respiro per qualche secondo.
Questo può essere dovuto a molteplici cause:
Per approfondire ulteriormente il tema del sonno del neonato e del bambino vi invitiamo a consultare la pagina dedicata al Terzo Principio del Benessere sul sito ufficiale di Baby Wellness Foundation:
https://babywellnessfoundation.org/la-buona-nanna/
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