A cosa serve il Tummy Time? Quando iniziare a farlo? Scopri tutti i benefici degli esercizi a pancia in giù per il neonato
Se l'importanza della posizione supina per la sicurezza dei neonati è largamente radicata nelle conoscenze di neo genitori e non, dalla notte dei tempi, i benefici del Tummy Time vengono diffusi, ed esaltati, solo negli ultimi anni.
Ma cos’è esattamente il "Tummy Time"?
Letteralmente è il tempo che il neonato sveglio trascorre a pancia in giù, in posizione prona, sotto il vigile controllo di un adulto e solo per brevi periodi durante la giornata; sono veri e propri esercizi da far svolgere al piccolo per contribuire allo sviluppo motorio e favorire determinate abilità. Quali?
Il Tummy Time può essere considerato come una sorta di ginnastica per i neonati, ma anche un modo per scoprire ed interagire attraverso piccoli esercizi giocosi.
Molteplici sono i benefici di questa pratica; innanzitutto gli esercizi di Tummy Time sono utili per ridurre il rischio di plagiocefalia, che sappiamo essere uno schiacciamento temporaneo di una zona del cranio. I neonati, infatti, passano la maggior parte della loro giornata in posizione supina (ottima abitudine per prevenire la SIDS), ma che potrebbe portare anche ad una crescita più lenta di alcune abilità motorie e dei muscoli addominali.
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Come sempre tutto passa attraverso un’osservazione attenta del piccolo, per capire il momento giusto per proporgli nuove attività. Anche per il Tummy Time sarà una valutazione del genitore a stabilire il momento giusto, ma gli esperti dicono che si può proporre qualche esercizio, solo per qualche volta al giorno, già dai primi giorni di vita, ovviamente all’inizio per uno/due minuti, successivamente si andrà ad aumentare il ritmo arrivando anche a 15/30 minuti quotidiani. Parole chiave: pazienza e delicatezza.
Innanzitutto gli esercizi a pancia in giù vanno proposti quando il neonato è sveglio e vuole interagire, inutile praticare il Tummy Time quando il piccolo è stanco, affamato o poco collaborativo. Ma prima di iniziare con gli esercizi, occorre effetturare una fondamentale valutazione, ovvero capire se il neonato gradisce la posizione prona; se così non fosse si può ricorrere ad un trucco: il genitore può appoggiare il bambino sul pancino e richiamare la sua attenzione, ad esempio con la voce, in questo modo il piccolo sarà spinto ad alzare la testolina.
Assolutamente da sconsigliare è, invece, il Tummy Time nel passeggino, una pratica, o meglio una tendenza social che gli esperti giudicano molto pericolosa per il bambino.
Ribadiamo la più importante raccomandazione: iniziare con sessioni brevi. Nei primi giorni il Tummy Time può durare solo 1-2 minuti per sessione, per poi ripetere queste sessioni diverse volte al giorno; man mano che il bambino si abitua, si può aumentare gradualmente la durata.
Ecco cosa suggeriscono gli esperti
- eseguire questa pratica solo ed esclusivamente nei momenti di veglia, non durante il sonno
- la posizione prona può contribuire allo sviluppo di abilità motorie, tuttavia, ogni bambino è un individuo unico e può raggiungere obiettivi diversi a ritmi diversi.
- è fondamentale mantenere una supervisione costante quando il lattante è in posizione prona, specialmente nei primi mesi di vita
- assicurarsi che il bambino sia sveglio e che ci siano condizioni sicure per esplorare questa posizione
- alternanza delle posizioni: è consigliabile alternare la posizione prona con la posizione supina durante il periodo di veglia per garantire uno sviluppo motorio equilibrato e ridurre il rischio di plagiocefalia posizionale. Alternare le posizioni è utile anche per incoraggiare lo sviluppo della forza del collo e della schiena
- utilizzare il contatto pelle a pelle: il Tummy Time può essere fatto anche sul petto di un genitore le prime volte durante il primo mese
- usare superfici morbide e sicure come un tappeto da gioco o una coperta piegata su un pavimento rigido
- posizionare il bambino correttamente: mettere il neonato a pancia in giù, assicurandosi che la testa sia girata di lato per facilitare la respirazione.
Ed infine, ascolta i segnali del bambino: se sembra un po’ stanco, può essere utile cambiare la posizione o prenderlo in braccio. Ascoltare i segnali del neonato è fondamentale per stabilire un legame empatico e per rispondere alle sue esigenze in modo appropriato. I neonati comunicano principalmente attraverso i movimenti del corpo, le espressioni facciali e altri segnali non verbali.
Riconoscere e rispondere a questi segnali può aiutare a soddisfare le loro necessità fisiche, emotive e di comfort, come sostengono gli esperti di Baby Wellness Foundation: https://babywellnessfoundation.org/#principi
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