Tra le mille domande dei neogenitori in pole position si piazzano tutti i dubbi legati al riposo dei bimbi, perché è risaputa l’importanza del sonno per un sereno sviluppo.
Dormire è una necessità per tutti i bambini ed è una delle funzioni indispensabili degli esseri umani. Non a caso, le leggendarie notti in bianco dei genitori rientrano tra i timori più diffusi legati all’esperienza neo genitoriale, con un carico di domande e dubbi che hanno a che fare con la qualità del sonno, la durata, l’ambiente ideale, i rituali e in generale le buone regole per favorire il riposo del neonato e se possibile anche dei genitori. Il sonno è una toccasana per i piccoli, perché è indispensabile per lo sviluppo cerebrale, la memoria e l’apprendimento; favorisce la secrezione dell’ormone della crescita e rafforza il sistema immunitario.
Vediamo allora quali sono i consigli utili e le cose da sapere per gestire al meglio il delicato momento della nanna dei neonati e dei bimbi più grandicelli.
Il sonno, sia quello dei neonati che degli adulti, si compone di fasi distinte per intensità e durata: una prima di sonno leggero (la fase REM) e una fase di sonno profondo. Il sonno REM è più ampio da neonati rispetto a quello NON-REM perché è funzionale allo sviluppo cerebrale. I bambini piccoli fanno fatica a riaddormentarsi da soli tra un ciclo e l’altro, questo spiega i continui e frequenti risvegli notturni, che sono assolutamente normali.
Ogni bambino è un caso a sé, ma in generale si passa dalle 19 ore di sonno nella prima settimana di vita, alle 15 ore intorno ai 6 mesi; poi dalle 14 ore a circa 1 anno, alle 13 ore intorno ai 2 anni, fino alle 12 ore verso i 3 anni.
Intorno ai 6 mesi le due fasi del sonno, REM e Non-REM, iniziano a differenziarsi maggiormente e i cicli del sonno hanno una durata maggiore, che andrà via via sempre ad aumentare. È verso il primo anno di vita che il sonno inizia ad essere regolare; ma ovviamente ogni bambino è unico.
Quando il piccolo si agita durante il sonno, agitando gambe e braccia, non c'è da allarmarsi: significa che la sua attività cerebrale è attiva. Ma ovviamente possono essere altre le motivazioni di un sonno discontinuo e movimentato: il pannolino bagnato, la fame, una temperatura esterna troppo calda o troppo fredda, la dentizione o un raffreddore; ma, a partire dai 9 mesi, si aggiungono tra le probabili cause la paura del buio, del distacco o dei brutti sogni che sono assolutamente normali nello sviluppo infantile e possono essere legati alla consapevolezza della progressiva autonomia rispetto ai genitori. I genitori in questi casi devono mantenere posizioni ferme, e dare una regolarità alle abitudini rispetto al sonno, per dare continuità alle esperienze del piccolo.
È importante far dormire il bambino sempre nella stessa stanza; rispettare l’orario in cui va a nanna creando una vera e propria routine e, dai 3-4 mesi di vita, dissociare la fase dell’alimentazione da quella del sonno, che vuol dire staccarlo dal seno o dal biberon quando si sta per addormentare e metterlo nel lettino.
Fumare in gravidanza mette in grave pericolo lo sviluppo dei polmoni e del cervello del feto perché esposti a sostanze chimiche molto nocive. I neonati delle madri che hanno fumato durante la gravidanza hanno una maggiore difficoltà a risvegliarsi e questo aumenta il rischio di SIDS, che persiste anche dopo la nascita in maniera maggiore in presenza di fumo nell’ambiente.
E ora vediamo tutti gli approfondimenti degli esperti su queste tematiche.
Ogni bambino è diverso dall’altro: c’è chi dorme facilmente e chi invece fa fatica a rilassarsi e prendere sonno, c’è chi dorme per molte ore di fila e chi si sveglia spesso, ci sono bimbi che hanno bisogno di poche ore di riposo e altri che invece devono riposare più lungo. Dalla nascita e fino ai 4 mesi, un ciclo di sonno dura circa 50-60 minuti e il neonato può dormire anche 18-19 ore al giorno. Intorno alle 6-8 settimane si assiste ad un graduale aumento dei periodi di sonno notturno. Tra i 3 e i 4 mesi il bambino può sincronizzare i suoi ritmi con quelli esterni: il ritmo luce-buio, quello con cui svolge attività sociali abitudinarie e, in misura variabile, la ritmicità nei pasti.
Uno standard tipico dei lattanti dai 4 mesi in su è fare tre sonnellini diurni (metà mattina, primo pomeriggio e tardo pomeriggio) e un sonno notturno intervallato da brevi e normali risvegli (in media 2-3). Questo meccanismo è facilitato se i genitori mantengono un comportamento coerente e prevedibile dal bambino.
Intorno ai 4-5 mesi il bambino inizia a comprendere e riconoscere il momento del distacco dalla mamma e papà, perché aumenta il suo livello di consapevolezza: il sonno diventa ancora più dipendente dal benessere emotivo e relazionale del bambino nel corso del giorno. In questa fase, è importante che i genitori abbiano fiducia nel proprio bambino e lo guidino: per il bambino si tratta di aspetti fondamentali per lo sviluppo della sicurezza in sé e per imparare a gestire l’ansia in caso di eventi sconosciuti e imprevedibili. Da qui l’importanza delle routine che precedono i momenti di separazione, alle quali il bambino dovrebbe poter partecipare in modo sempre più attivo e da protagonista.
Il “Ciclo Circadiano” è una sorta di orologio biologico, che regola la ripetizione di una serie di condizioni del nostro organismo, come ad esempio il ritmo sonno veglia. Il suo periodo è di 24 ore e si sviluppa già prima di nascere, essendo inizialmente controllato dall’orologio interno della mamma, dai suoi ormoni, condizioni e abitudini. Una volta nati il nostro ritmo continua ad essere in sintonia con il suo per le prime sei settimane, influenzati ancora dagli ormoni e dal nutrimento del latte materno. Verso la sesta settimana, il corpo inizia a regolarsi maggiormente rispetto all’ambiente esterno e questo è il motivo per cui generalmente il sonno dei neonati è completamente scombussolato, soprattutto i periodi particolari come l'autunno nel quale si verifica il cambio dell'ora legale all'ora solare.
Il Ciclo Circadiano
È l'orologio biologico che regola il nostro organismo e nei bambini si sviluppa già nel grembo materno, seguendo l'orologio interno della mamma.
Si può favorire la strutturazione del ciclo circadiano del neonato attraverso l’esposizione alla luce durante il giorno ed al buio durante la notte, e creando le routine del sonno, con orari anche non propriamente rigidi nei primi quattro mesi di vita. Dopo i primi quattro mesi il ciclo circadiano diventa indipendente da quello della mamma.
Secondo Barry Brazelton, professore emerito di pediatria presso la Harvard Medical School, i cicli di sonno e veglia del neonato durano circa 40/50 minuti e sono i seguenti:
È importante fare attenzione all’equilibrio fra veglia e sonno: servirà per capire come aiutare il bambino a raggiungere un ritmo di sonno prevedibile.
Lascialo piangere, sennò si vizia. Quante volte avrete sentito questa frase, pronunciata in quei momenti critici in cui il bimbo piange, magari proprio al risveglio e vorrebbe essere consolato. Si tratta di un erroneo luogo comune, smentito dalla scienza.
Molti esperti suggeriscono di prendere in braccio un neonato dopo il suo risveglio, specie se piange, per consolarlo tempestivamente. Questo comportamento incide infatti positivamente sul legame di fiducia tra il bambino e gli adulti che si prendono cura di lui, in primis la mamma.
Il motivo è semplice: il feto vive per nove mesi nella pancia della mamma, e dopo la sua nascita ha bisogno di sentire ancora il suo calore, il suo odore, il battito del suo cuore. Questa è la ragione per cui tanti bambini nei primissimi mesi di vita piangono continuamente; il sentirsi lontano dalla mamma li fa sentire persi e indifesi ed attuano l’unico meccanismo di difesa che hanno per attirare attenzione: il pianto.
Erroneamente, il fatto che il bimbo smetta di piangere quando viene preso in braccio viene molto spesso confuso con un vizio o un capriccio, ma in questo periodo i vizi e capricci non esistono, sono bisogni irrinunciabili dei bambini!
Secondo lo psicoanalista Bowlby, noto per la sua Teoria dell’attaccamento, dare contatto al proprio piccolo che piange è la risposta più adeguata da parte della madre ad un segnale di disagio espresso dal bambino. Il legame madre-bambino non si basa solo sulla necessità di nutrimento del piccolo, ma sul riconoscimento delle emozioni e dei bisogni.
Le azioni che possono favorire il cosiddetto attaccamento sicuro sono:
Perché si possa instaurare una buona abitudine alla nanna, è opportuno valutare anche il carattere del bambino e capirne il temperamento, sarà utile per instaurare una routine e prevedere le reazioni del bambino ai vari cambiamenti.
Secondo la nota classificazione di Thomas e Chess (New York Longitudinal Study, 1977), esistono tre tipologie di temperamento:
Fin dalla culla, il comportamento è fortemente influenzato dall’ambiente di vita del bambino e da molte variabili che incidono attivamente anche sul sonno. Vediamo quali sono:
Dopo i 4 mesi (o spesso anche dopo i 6 mesi) il bambino avrà un sistema nervoso sufficientemente maturo da consentirgli di dormire fino a 6/8 ore per notte, senza mangiare e senza che siano necessari altri tipi di intervento da parte dei genitori.
È in questa fase che può verificarsi la cosiddetta regressione del quarto mese, che può essere un duro colpo per i genitori e che consiste in una sorta di frammentazione del sonno del neonato, anche quando sembrava aver consolidato una buona abitudine al sonno continuativo.
La regressione del quarto mese è una fase assolutamente normale in cui si verificano frequenti risvegli notturni chiamati "checking", con cui il neonato attua una sorta di controllo istintivo dell'ambiente che lo circonda.
Si tratta in realtà di una maturazione del sonno, perché questo cambia passando da uno stato costante a un pattern dinamico che include un sonno leggero, un sonno profondo, e risvegli chiamati “checking”. Questi risvegli si verificano ogni 60/90 minuti durante la notte e dai 30 ai 45 minuti durante il giorno. I genitori possono così sentirsi frustrati, stanchi perché costretti alla veglia inaspettata ed emotivamente molto provati.
Si tratta però di un processo assolutamente naturale, perché questi checking “di controllo” consentono al neonato di svegliarsi periodicamente e controllare l’ambiente che lo circonda, per assicurarsi che tutto sia come al momento in cui si è addormentato. Sono risvegli previsti dalla natura per far sapere al genitore che il neonato è vivo.
Tutti i professionisti che si occupano di sonno infantile consigliano di aspettare almeno i sei mesi prima di insegnare a dormire in maniera autonoma a un neonato. Quello è il momento in cui anche i sonnellini diurni, a metà mattinata o pomeridiani - che in genere durano non più di 30/40 minuti fino ai 4 o 5 mesi - possono essere prolungati e ristoratori. Il neonato ha infatti bisogno di aiuto da parte del genitore per sviluppare la competenza del sonno per i primissimi mesi di vita: cullare o dare il seno per dormire sono azioni utili da mettere in atto in questa fase, in modo graduale e contemplando sempre un momento di coccole, per escludere pianti stressanti per tutti.
Gli specialisti consigliano di iniziare un percorso sul sonno del neonato dopo i sei mesi perché dopo quell’età il bimbo è molto più in grado di auto consolarsi e auto regolarsi. L’auto regolazione si riferisce principalmente all’abilità del bambino di passare da uno stato del sonno all’altro, senza richiedere l’intervento della mamma, la quale deve ricreare le condizioni iniziali dell’addormentamento. L’auto consolazione è legata al ritorno di uno stato di equilibrio dopo una forte attivazione emotiva.
La variabile da tenere presente è il temperamento del bambino: alcuni bambini hanno minore bisogno delle braccia della mamma, altri hanno grandi esigenze di conforto e questo dipende dalla loro tendenza ad esprimere emozioni con una certa intensità, che è diversa per ognuno.
Gli esperti parlano di “sleep regression” per indicare quei periodi in cui aumenta l’incidenza dei risvegli notturni dei neonati. Si tratta di un processo assolutamente normale, tipico del bambino che impara a muoversi in modo autonomo (gattonare e camminare) e nel periodo fino ai 18 mesi/2 anni, in cui è molto presente l’ansia da separazione.
Oppure, i microrisvegli possono essere causati da:
Sono molteplici le ragioni per cui il sonno è una necessità per tutti i lattanti, i bambini e, non ultimo, gli adulti. La prima ragione è che il sonno supporta la crescita a livello ormonale: durante il sonno notturno, infatti, si ha il picco di produzione da parte dell’ipofisi, della somatropina, cioè l’ormone della crescita. I bimbi che dormono bene e tanto sviluppano le proprie potenzialità fisiche e psichiche e saranno senza dubbio più sereni e calmi di chi invece dorme poco e con continui risvegli notturni. Più si è stanchi, infatti, più il cervello si riempie di cortisolo, il famoso ormone dello stress. Quindi, il sonno supporta la serenità del bambino: un bimbo che non dorme bene è probabile che sia sempre nervoso anche senza un reale motivo, lamentoso e perennemente stanco. Imparare a dormire porterà serenità, tranquillità e calma nel bimbo.
È importante quindi fin dai primi mesi di vita mettere in atto una serie di comportamenti che favoriscano il fisiologico sviluppo del ritmo sonno/veglia. È uno sforzo che inizialmente può sembrare eccessivo ma pone le basi per prevenire i disturbi del sonno negli anni a venire aiutando a sviluppare un armonioso e sereno sviluppo psico fisico.
Queste considerazioni valgono anche per i genitori: non dormire provoca stress e depressione, e questo malessere viene percepito dai bambini, attivando così un circolo vizioso. Al contrario, dormire tutti meglio dà vita a un circolo virtuoso utile al benessere dell’equilibrio psico-fisico dell’intera famiglia.
Le raccomandazioni della National Sleep Foundation per il sonno nell’infanzia indicano un range da 16 a 18 ore al giorno per i neonati, fino a 12-14 ore al giorno per i bambini da 1 a 3 anni. Il sonno insufficiente nei bambini più grandi sembra avere effetti negativi sullo sviluppo cognitivo, sulla regolazione dell’umore, e sulla salute in generale.
La diagnosi di insonnia in età pediatrica non viene emessa al di sotto dell’età dei sei mesi, considerando che i risvegli notturni multipli sono del tutto fisiologici nei primi mesi di vita. È dopo i 6 mesi, infatti, che i bambini tendono a sviluppare un sonno più consolidato e acquisiscono la capacità di “dormire di notte”.
L’importanza di una diagnosi precoce dell’insonnia nel bambino è sottolineata dagli studi che mostrano che i problemi di sonno durante il primo anno di vita, se non trattati, tendono a persistere. Il sonno è fondamentale per lo sviluppo cerebrale dei bambini, soprattutto durante la fase non R.E.M., quella in cui si sogna, in cui si consolidano le memorie e gli apprendimenti.
Le conseguenze della mancanza di sonno nei neonati, lattanti e bambini piccoli generalmente sono:
- irritabilità
- cattivo umore
- incapacità di stare da soli
- dipendenza dalle persone
- bisogno di stare sempre in braccio
- pianto frequente.
A queste, si aggiungono anche lo stress familiare, e gli effetti negativi per la relazione madre-bambino, con la tendenza ad attivare comportamenti di attaccamento genitoriale disorganizzato.
Qual è il vostro rituale del sonno? Tutti lo abbiamo! Ogni sera compiamo le stesse azioni prima di addormentarci e questo crea una sorta di limbo temporale per passare dal giorno alla notte, ci fa rilassare e prepara il nostro organismo al riposo.
Per il bambino piccolo è davvero importante fare la stessa cosa, abituarsi all’idea che andrà a letto per la notte, per imparare il prima possibile a dormire da solo.
Ecco alcuni spunti per i rituali della nanna, dopo il quarto mese e dai 5 ai 12 mesi.
Dopo il quarto mese di vita, per il riposino diurno, quando arrivano i segnali del sonno (stropicciarsi gli occhi, tirarsi i capelli, tirarsi le orecchie, sbadigli, sopracciglia arrossate, irrequietezza e rifiuto di stimoli dall’esterno, esplosioni o pianti improvvisi…) il rituale può essere:
Per il rituale della sera occorre un po’ più di tempo. L’arco di tempo giusto è dai 20 ai 30 minuti massimo, non di più altrimenti diventa troppo lungo e rischiamo di stimolare troppo il bambino. Il rituale è un insieme di azioni da fare ogni sera e deve essere prevedibile; quindi, le azioni in realtà devono essere poche e molto semplici (altrimenti il neonato non ricorderà la sequenza).
Un’idea di routine per un neonato dai 5 ai 12 mesi prima di andare a dormire potrebbe essere:
- bagnetto rilassante di 10/15 minuti
- un massaggio rilassante
- indossare il pigiamino
- ultimo latte della buonanotte
- luci soffuse
- musica rilassante o canto della mamma o papà, una ninna nanna
- uso dell’altalena.
Sarà poi opportuno che piano piano rendiate autonomo il bambino nell’addormentamento.
Per altri consigli utili sul sonno del bambino e sul suo benessere in generale, potete consultare il sito ufficiale di Baby Wellness Foundation: https://babywellnessfoundation.org/#principi
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